Da “Il libro dell’Inquietudine” [138]

Fluido, l’abbandono della giornata termina fra porpore esauste. Nessuno mi dirà chi sono né saprà chi sono stato. Sono sceso dalla montagna ignorata alla valle che ignorerò, e i miei passi sono stati, nella sera lenta, orme lasciate nelle radure della foresta. Tutti coloro che amai mi hanno dimenticato nell’ombra. Nessuno ha saputo dell’ultimo battello. Alla posta non c’era notizia della lettera che nessuno avrebbe scritto.

Tutto, però, era falso. Non hanno raccontato storie che altri avrebbero raccontato, né si sa di sicuro di colui che partì tempo addietro, nella speranza dell’imbarco falso, figlio della bruma futura e dell’indecisione a venire. Ho un nome fra coloro che tardano, e quel nome è ombra come tutto.

Dopo di te, “nessuno mi dirà
chi sono né saprò
chi sono stato”.

Ho amato nell’ombra
ed a nessuno ho detto
dell’ultimo battello
né dell’ultima mia lettera.
Ho lasciato a te
il mio nome e
“quel nome è ombra
                                                                           come tutto”


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