Ancora una short-novel:"Via De Coronari"


Questa sera ho deciso di ascoltare il suo silenzio e mani in tasca e cappello di lana in testa, mi avvio in questa particolare stradina di Roma, detta via De Coronari.

I "coronari" a Roma erano in pratica coloro che per mestiere fabbricavano cornici (le “corone”, appunto); con il passare del tempo, il loro lavoro si è talmente integrato con l'arte in generale che oggi, a osservare quello che espongono nelle loro confuse vetrine che si affacciano in questo vicolo, è diventato sinonimo di mercante di antiquariato.

La serata, appena inoltrata, è freddina: a ogni mio “sospirato” respiro una piccola nuvola di vapore compare per un istante sul mio viso, lasciando un debole traccia sui vetri dei miei occhiali che sparisce ben presto.

Qua e là osservo dunque le vetrine di questi particolari negozi, piene di belle cose affascinanti, e mi fermo per cercare di attingere un poco di quella poesia e di quel mistero che taluni di questi oggetti emanano.

Cerco di catturare in me le sensazioni che queste cose materiali impongono -loro malgrado - alla mia immaginazione, ma non vi riesco: una sensazione di nulla interiore, che da qualche tempo mi attanaglia, non permette a queste sensazioni di iniettarmi alcuna larva che possa trasformarsi, dentro il mio essere, in una farfalla variopinta.

Possiedo solo il silenzio, il mio e il suo, figli di un’eclissi lunare straordinariamente centenaria, che ci ha lasciati attoniti; mi faccio guidare da questo suo silenzio e man mano che procedo nel cammino e osservo ciò che mi sta intorno, perdo contestualmente la sua immagine dentro di me.

Il verso di un corvo accompagna da qualche minuto le piccole soste che faccio; spero che dentro di me un’idea romantica, nata da un qualsiasi oggetto in esposizione in questi negozi, buchi la corazza di vuoto che adesso porto dentro per fargli un po’ di compagnia.

In questo vicolo che sembra aspettare - con il suo respiro di cose antiche- che il tempo ritorni indietro per dare un significato a quelle cose, i miei passi sono pressoché solitari.

Ogni tanto incrocio qualche coppia e vari gruppi di persone. Noto che ognuno ha qualcosa da dire, qualcosa su cui confrontarsi; vedo la gioia dello stare insieme, la gioia dell'essersi incontrati - forse in una sera in cui le cose non avevano nulla da dire e le eclissi lunari erano ormai passate senza lasciare traccia - ed io, seguendo i passi del tuo silenzio, ti ho incontrata senza saperlo in una traversa di questa via De Coronari, in un negozio nascosto e poco illuminato, sulla cui insegna c’è scritto “Cuore”.

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