Da “Il libro dell’Inquietudine” [2]
Dal mio quarto piano sull’infinito, nella plausibile intimità della sera che sopraggiunge, a una finestra che dà sull’inizio delle stelle, i miei sogni si muovono con l’accordo di un ritmo, con una distanza rivolta verso viaggi a paesi ignoti, o ipotetici, o semplicemente impossibili.
Dentro di me
c’è una finestra
affacciata sulle stelle.
Qui attendo una cometa
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